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Il giornale che pubblica una notizia e scatena l'inferno

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UNICT: il 21 settembre comincia il processo "Università Bandita". Lo ricorda L'ESPRESSO. E come...

20-09-2022 07:11

Pierluigi Di Rosa

Cronaca, Università, Focus,

UNICT: il 21 settembre comincia il processo "Università Bandita". Lo ricorda L'ESPRESSO. E come...

E continuano imperterriti a far finta di niente...

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Si trascina dall'estate del 2018 uno degli scandali più eclatanti che sia mai emerso a Catania, quando la Procura, a seguito delle indagini della DIGOS, mise a nudo l'incredibile sistema che governava l'Università di Catania.

 

L'inchiesta che, almeno apparentemente, squassò l'apparato accademico etneo venne intitolata "Università Bandita" e coinvolse due rettori, ben nove direttori di dipartimento ed un numero straordinario di docenti ed ex docenti.

 

Diciamo "apparentemente" perchè, al di là dei titoli dei giornali di tutta Italia e non solo,  di fatto non accadde praticamente nulla: la maggior parte degli imputati è ancora al loro posto o addirittura promosso.

 

Per di più l'Università di Catania continua a scivolare in basso in tutte le classifiche, è uscita dal novero dei "mega atenei" e adesso risulta addirittura penultima in quella CENSIS delle performance.

 

Un disastro.

 

Nel silenzio pressoché generale, a ricordare che il processo comincia, almeno quello che vede alla sbarra i big, è il settimanale L'Espresso attualmente in edicola, quello uscito il 18 settembre.

 

Un articolo, detto per inciso e non è la prima volta, che non ha trovato spazio nella "rassegna stampa" dell'Università di Catania, che poi è la stessa istituzione pubblica che continua a secretare i verbali del consiglio di amministrazione e del senato accademico: la TRASPARENZA evidentemtente non è un valore accademico!

 

Lo fa a pagina 64 l'articolo a firma Gloria Riva con un titolo pesantissimo: "UNIVERSITÁ=OMERTÁ".

Sopratitolo: "Scandali Italiani".

Sommario: "Si moltiplicano le indagini sui concorsi truccati. Se ne occupa anche l'Antimafia, pochi denunciano per paura delle ritorsioni."

 

La parte dedicata all'Università di Catania è micidiale e riporta testualmente le parole di uno dei procuratori titolari dell'indagine, Raffaella Vinciguerra, che parlando dell’operazione “Università bandita” ha detto: «Sul codice sommerso di comportamento dei docenti siamo rimasti, noi magistrati, basiti nel ritrovare delle conversazioni e delle modalità procedurali paramafiose. È un codice sommerso basato sul ricatto e sul guadagno reciproco che prescinde assolutamente dal merito. La cosa che rattrista è che quella che dovrebbe essere la culla della scienza e quindi la speranza del Paese, in realtà adotta gli stessi metodi che noi magistrati ritroviamo nelle associazioni mafiose». 

 

MI-CI-DIA-LE!!!

 

 

Eppure...tutto continua a scorrere come nulla fosse, e verso il basso per giunta...
L'autrice dell'articolo domanda: "Perché pochi denunciano?" ed a rispondere è una delle vittime più note del "Sistema", il ricercatore Giambattista Scirè, fondatore della battagliera associazione "TRA-ME Trasparenza e Merito" che annovera ormai centinaia di docenti associati ed è intervenuto anche in Commissione Nazionale Antimafia:  «Il sistema è omertoso. C’è una diffusa mafia accademica che si basa su scambio di favori, controllo del potere, spartizione dei posti e una stretta osservanza del codice del silenzio». 

Ma a Catania tutto continua a scivolare. Verso il basso.

 

E CHISSÁ SE QUESTO ARTICOLO LO METTERANNO NELLA "RASSEGNA STAMPA"...

 

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